Yogamārga. Il sentiero dello yoga 2021 – 2022

Il programma:

Il “sentiero dello yoga” si propone di fornire al partecipante una visione d’insieme, sintetica e sempre dialogante con le fonti testuali, circa le origini e gli sviluppi dello yoga nel subcontinente indiano. In particolare, le due tracce seguite dai docenti saranno le seguenti: 1) quella brāhmaṇica, la quale dallo strato più arcaico della letteratura indiana, passando dalla cosiddetta “fase classica”, giunge fino al fenomeno tantrico hindū; 2) e quella buddhista, dalla sua ossatura originaria indiana, fino agli sviluppi tantrici tibetani.

Gli abstract delle lezioni:

I incontro.
 
Diego Manzi:
 
Lo yoga nello strato più antico del Veda
Quali sono le prime occorrenze dello yoga nello strato più arcaico della letteratura indiana? Esiste, all’interno di questa vasta e sovente oscura letteratura, un vero e proprio modello ascetico di riferimento per i sistemi di pensiero successivi? Per rispondere a questa domanda saranno interrogati alcuni fra i loci più suggestivi della cosiddetta “sezione del rituale” del Veda (karmakāṇḍa).
 
Marco Passavanti:
Le origini remote dello yoga nella valle gangetica: gli śramaṇa e la seconda urbanizzazione dell’India. A partire all’incirca dal VII secolo a. C., nell’area del medio corso del Gange, fiorì una raffinata civiltà urbana e negli ambienti degli asceti rinuncianti emersero alcune dottrine fondamentali, che nei millenni successivi divennero i capisaldi del pensiero religioso e filosofico indiano: il karman, la rinascita e la liberazione (mokṣa). Sulla base di tali visioni iniziarono ad essere elaborati una serie di metodi pratici, che possono essere intesi come le prime forme sistematiche di yoga a oggi conosciute.
 
 

II incontro.

Diego Manzi:

Lo yoga nelle Upaniṣad
Passando alla cosiddetta “sezione della conoscenza” (jñānakāṇḍa) del Veda si riscontrano le prime formulazioni articolate dello yoga. Nella Kaṭha Upaniṣad, testo altamente iniziatico e speculativo al contempo al quale è dedicato il presente incontro, emergono i prodromi del sāṃkhya e dello yoga classico. Per coglierli, tuttavia, sarà prima necessario dipanare la fitta coltre all’interno della quale sono incastonati, rappresentata in buona sostanza dalla concezione del sé e della morte secondo questi testi.

Marco Passavanti:

Il Buddha e la sua dottrina. La vita del Buddha tra storia e leggenda. I punti fondamentali della dottrina buddhista: le quattro nobili verità, i cinque aggregati e il non sé.

III incontro.

Diego Manzi:

Il sāṃkhya
Approfondimento sul sistema sāṃkhya, vis principale del pensiero indiano e base epistemologica irrinunciabile ai fini della comprensione dello yoga di Patañjali, per mezzo dell’esposizione delle idee-chiave a esso sottese ispirata alla lettura e al commento delle Sāṁkhyakārikā di Īśvarakṛṣṇa.

Marco Passavanti:

Il Buddhismo Mahāyāna: l’unione di sapienza (prajñā) e di mezzi salvifici (upāya). La corrente del ‘grande veicolo’ rappresenta la forma di Buddhismo più diffusa in Asia, e comprende al suo interno una ricchissima letteratura e una altrettanto ricca elaborazione filosofica e pratica. In questo ambito la pratica dello yoga godette di un indiscusso prestigio, venendo codificata in forme estremamente raffinate e complesse, destinate ad avere un influsso pervasivo sulla vita religiosa di tutta l’Asia.

IV incontro.

Diego Manzi:

Lo yoga di Patañjali
Approfondimento sui capisaldi della visione yoga sistematizzata da Patañjali per mezzo della lettura e il commento degli Yogasūtra.

Marco Passavanti:

La meditazione buddhista: śamatha e vipaśyanā. La pratica della meditazione buddhista si divide in due grandi aree: la meditazione di calma concentrata (śamatha), volta a sviluppare stati di assorbimento meditativo o samādhi, e la pratica della visione profonda (vipaśyanā), incentrata sull’investigazione meditativa della realtà ultima dei fenomeni.

V incontro.

Diego Manzi:

Lo yoga della Bhagavadgītā
A chiosa delle analisi condotte negli incontri precedenti, non poteva essere omessa la mirabile sintesi presente nella Bhagavadgītā, autentico gioiello filosofico e poetico incastonato nel Mahābhārata. In questo testo è presentata uno yoga in cui conoscenza, azione e devozione non vanno intesi in modo esclusivo ma viceversa si coimplicano vicendevolmente.

Marco Passavanti:

Il buddhismo Vajrayāna. A partire all’incirca dal VI secolo d. C., nell’ambito del Buddhismo Mahāyāna indiano, iniziarono a fare la loro comparsa scuole di carattere esoterico legate a una rivelazione segreta contenuta nei Tantra. Tali scuole, che conobbero in India una straordinaria fioritura fino al XIII secolo, si diffusero anche nel resto dell’Asia, in modo particolare in Tibet, dove sono state recepite, sistematizzate e trasmesse fino a oggi.

VI incontro:

Marco Passavanti:

Il corpo yogico e l’haṭhayoga. Nelle tradizioni tantriche, sia buddhiste sia ‘hindu’, il corpo dello yogin viene concepito come un complesso sistema composto da canali (nāḍī), da ruote (cakra), da gocce (bindu) e da soffi (vāyu) che possono essere manipolati per realizzare una serie di fini di carattere soteriologico o magico. Tra i metodi di controllo del corpo yogico, lo ‘yoga della forza’ (haṭhayoga) acquisì progressivamente grande importanza, soprattutto a partire dal XIII-XIV secolo d. C.. Le dottrine e le pratiche haṭha hanno subito una radicale reinterpretazione nel corso del XIX e del XX secolo, nel momento in cui lo yoga è diventato un fenomeno transnazionale, diffondendosi nel mondo occidentale.

Diego Manzi:

Lo yoga tantrico
Il tantrismo indiano è un fenomeno complesso e non ipostatizzabile. Interrogando alcuni fra i più privilegiati loci letterari dell’esperienza filosofica tantrica saranno messe in luce la visione di fondo e la prospettiva realizzativa fiorite in seno a queste correnti. In particolare, per mezzo della sublime critica portata avanti da alcuni maestri tantrici kaśmīri, sarà esposta una visione comparativa che permetterà di cogliere i criteri di demarcazione fra lo yoga di Patañjali e il cosiddetto yoga tantrico.

… …