Sabato 6 aprile. La figura della Devī: origini, caratteristiche e sviluppi della cultualità della dea dal periodo vedico fino ai lignaggi medievali.
Se è vero che non mancano pallide tracce della dea nella letteratura vedica e senza contare le presunte forme di cultualità ad essa legate nella civiltà vallinda, l’assimilazione e il riconoscimento pieno della Devī da parte del brāhmaṇesimo ebbe luogo soltanto parecchio tempo dopo rispetto all’affermazione di Viṣṇu e Śiva. Un fenomeno, questo, caratterizzato almeno da due fasi: dapprima l’accostamento ai numi maschili di paredre femminili e successivamente, soprattutto grazie alla spinta dei movimenti tantrici, tali dee subordinate al principio maschile emersero come forme autonome della potenza suprema (śakti) e finirono per confluire nella figura della Grande Dea. Attraverso l’analisi antologica di alcuni testi purāṇici, e in particolare il Mārkaṇḍeyapurāṇa, saranno messi in luce alcune caratteristiche cruciali della Devī in grado di farne apprezzare la sua complessità e prodigiosità.
Con Diego Manzi
Domenica 7 aprile. La ‘meditazione’ come fenomeno di massa: dagli śramaṇa del Gange alla mindfulness in azienda
Quando oggi si utilizza il termine ‘meditazione’, si fa quasi sempre riferimento a tecniche di provenienza ‘orientale’, le cui origini sono spesso millenarie. Quali sono le caratteristiche distintive delle principali forme di meditazione diffuse attualmente a livello globale? Quali sono le origini remote di molte delle tecniche meditative praticate oggi in Occidente? Quali sono gli elementi di continuità con i modelli antichi, e quali gli elementi di discontinuità? È possibile praticare una tecnica meditativa al di fuori del contesto culturale e della particolare visione del mondo che l’ha prodotta?
Con Marco Passavanti